l'Adige di sabato 11 aprile 2009
COMMENTO ALL'ARTICOLO:
mi preme fare alcune precisazioni:
1) innanzitutto il mio scopo non è quello di equiparare il matrimonio religioso a quello civile.
Per quanto riguarda ciò che ha affermato il Sindaco e precisamente: "Coloro che si sposano in Chiesa hanno certamente la possibilità di godere di numerosi benefici: corsi di preparazione al matrimonio,...", evidenzio che:
2) il Comune lo scorso anno ha organizzato a spese di tutti i cittadini dei corsi prematrimoniali per il rito civile con un esiguo contributo da parte dei partecipanti; analogamente le Parrocchie organizzano corsi prematrimoniali gratuiti per poter celebrare sia la funzione religiosa che civile in virtù del concordato fra Stato e Chiesa. Questi corsi sono a carico della Chiesa e cioè di tutti i credenti. Anche i non credenti possono parteciparvi pur non contribuendo minimamente alla spesa;
3) non tutti coloro che si sposano in Chiesa sono ricchi e non tutti coloro che si sposano civilmente sono poveri (vedi es: sen. Divina);
4) desidero ricordare che dopo aver terminato la Santa Messa, ai sensi del concordato fra Stato e Chiesa del 1929, il sacerdote in "un momento istituzionale molto breve, molto sobrio" sposa civilmente in Chiesa la coppia. Questi sposi, a differenza di coloro che si sposano in Comune, non ricevono alcun segno. L'Amministrazione da ciò che ha scritto il Sindaco non ritiene tale coppia degna di ricevere "un gesto di cortesia";
5) per quanto riguarda ciò che cita il Sindaco sul profilo giuridico non posso che ricordare che il sacerdote nel momento in cui sposa civilmente in Chiesa la coppia, lo fa grazie ad una delega del Sindaco, implicita nel concordato, e che quindi vi è implicitamente la partecipazione istituzionale
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